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LA STORIA
Il nome della città è di origine incerta e varie e diverse sono le ipotesi: alcuni ritengono che derivi dal MET(APONTO) ed ERA(CLEA), vale a dire che sarebbe stata fondata dopo che i coloni greci si ritirarono sulle colline, in seguito alla conquista romana delle città della Magna Grecia; altri si rifanno al nome di Metello, console romano nel 90 a.C., probabile fondatore della città e per questo sarebbe stata chiamata Meteola nell'antichità classica. Altri ancora fanno riferimento alla parola latina materia o materies ( legname, ovvero zona ricca di boschi), per il fatto che il territorio fosse stato in passato ricco di vegetazione. Qualcuno, invece, ritiene che il nome derivi dal termine greco meteoron, ovvero una città che dall'alto appariva come un cielo stellato o, ancora, da mataiolos che in greco significa tutto vuoto..Insomma l'ipotesi più accreditata però sarebbe quella che riconduce al termine meta o mata, che significa 'mucchio, altura sassosa, cumulo' e quindi di qui il nome Sassi.
Sul territorio materano, precisamente sulla Murgia, sono stati rinvenuti reperti archeologici di frequentazione umana che risalgono al Paleolitico, quando l'uomo nomade si rifugiava nelle grotte naturali per ripararsi dal freddo. Del Neolitico sono notevoli i villaggi trincerati, con i buchi per pali delle capanne e la ceramica, cosiddetta di Serra d'Alto, che testimoniano come fossero importanti questi luoghi sia per l'agricoltura sia per l'allevamento del bestiame.
Nel corso dei millenni, l'uomo ha continuato a dimorare in queste terre che possono apparire inospitali; per primi i Greci della costa ionica stabilirono rapporti commerciali con gli abitanti del villaggio e poi i Romani transitarono esclusivamente alla periferia della città , servita dalla via Appia. Sarà proprio agli albori del Medioevo, che i Longobardi eleggeranno Matera a Castaldato, cingedola di forti e poderose mura, per difendersi dalle continue scorrerie dei Saraceni e Bizantini, tanto da risultare sui libri di storia come munitissima civitas: l'abitato era circirscritto alla Civita e nei dintorni vi erano i casali, dove dimoravano i pastori e i contadini.
Tra il VII e il XIV sec. si svilupperà , in tutto il territorio, il monachesimo, che porterà monaci dall'Oriente e dall'Europa a scavare monasteri e chiese, eremi, cappelle di casali, santuari e laure: in questo caso si parla di “architettura in negativo” e affreschi bizantineggianti di grande importanza. La testimonianza più importante ed esempio di questo fenomeno nel territorio, è la cosiddetta 'Cripta del Peccato Originale' che risale all'VIII sec. e chiamata anche la 'Cappella Sistina' delle Chiese rupestri, proprio per la presenza di eccezionali affreschi.
Solo con i Normanni vi sarà per la città un periodo di relativa tranquillità , che durò fino all'epoca federiciana, poi le lotte per il dominio dei territori, porteranno Matera a far parte del ducato di Benevento prima e poi della Terra d'Otranto (fino al 1663). In questi secoli, la città si svilupperà dal nucleo della Civita, fortificato dalle torri e dal castello normanno, e fuori dalla cinta muraria le due vallette prospicienti la Gravina, che diventeranno i caratteristici rioni Sassi, con le case costruite della borghesia e quelle in parte scavate del popolo ( le caratteristiche case-grotta). Il grande fermento edilizio fu favorito dalla rinascita delle attività produttive, a seguito dell'arrivo dei monaci benedettini; Nel 1270 si inaugurò la Cattedrale, in stile romanico pugliese, fortemente voluta dall'Arcivescovo Andrea.
Fin dal 1133 Materanera stata assegnata al Patrimonio Regio, restandovi fino al 1497, quando gli Aragonesi la cedettero al conte Giancarlo Tramontano, che fu ucciso dal popolo, sollevatosi contro il feudatario la notte di Natale del 1514: i nobili dovettero pagare e ricevere l'indulto dal re di Napoli, per riscattare la città ribelle. Resta, a ricordare il dominio del conte, il cosiddetto “Castello Tramontano”, in realtà tre torrioni, simili al Maschio Angioino di Napoli.
Nel XVI secolo l'incremento demografico dette ai Sassi la configurazione che, in linea generale, appare ai nostri giorni. Questo periodo è stato importante anche per il fatto che operarono nella città di Matera mastri scultori, il cui capostipite fu Altobello Persio, ma quasi tutti gli esponenti di questa famiglia lasciarono in loco, nelle chiese materane, una traccia della loro arte. Proprio nella metà del Seicento, Matera viene distaccata dalla Terra d'Otranto e viene eletta a capoluogo della Basilicata, più precisamente a Sede della Regia Udienza della Basilicata. Infatti, in questo periodo, la città produsse un nuovo impulso culturale ed architettonico, estendendosi sul cosiddetto Piano con la costruzione di Palazzo Lanfranchi, sede del seminario, e del rione Case Nuove, per gli addetti a questo Istituto e per i funzionari di passaggio, e ad arricchirsi di opere architettoniche barocche: le maestranze cambieranno la facciata o l'interno di molte chiese preesistenti, come la chiesa di San Francesco d'Assisi e la Cattedrale (esterno romanico – pugliese, interno barocco e rococò). Sarà d'altronde questo il momento in cui i nobili e i borghesi materani cominciarono a ristrutturare i palazzi nei Sassi, a costruire altrove o a ribaltare gli ingressi dai Sassi al Piano: fu da allora che iniziò a crearsi la cesura tra la parte alta della città e la parte bassa. Infatti, gli interventi edilizi del XIX secolo riguarderanno solo il Piano, dove la soppressione dei monasteri e l'indemaniamento dei loro beni servirono per ridistribuire in questi ambienti servizi e uffici. Nei Sassi la situazione degli abitanti continuava a peggiorare e sarà solo nel 1902 che cominciò a delinearsi il problema del risanamento di questa parte della città .
Giuseppe Bonaparte trasferì a Potenza le competenze di Matera che, fino ad allora, era stata capoluogo della Basilicata; nel 1927 Matera diventa capoluogo di Provincia.
Questa città fu la prima ad insorgere contro i nazisti nel settembre del 1943 e, per questa eroica impresa, ha ricevuto la medaglia d'argento al valore militare.
Grazie al medico e pittore Carlo Levi, che denuncerà la situazione del popolo materano nel libro “Cristo si è fermato ad Eboli”, il Governo interverrà con la legge speciale 619 del 1952, voluta dal Governo De Gasperi, che porterà le persone, che vivevano in condizioni di povertà e senza servizi igienici nei Sassi, divenuti ormai il simbolo della vergogna nazionale, in abitazioni costruite, con l'intervento di grandi architetti degli anni '50 del secolo scorso, Piccinnato e Quaroni.