Il prossimo appuntamento de "Le Grandi Mostre nei Sassi", sarà dedicato, dal 14 giugno al 18 ottobre 2008, a Ibram Lassaw, uno dei più importanti artisti americani della "Scuola di New York". La mostra comprenderà 80 sculture e 50 disegni, datati 1929-1996, provenienti dalla Fondazione Lassaw di East Hampton, da importanti collezioni private americane e dai Musei di New York (Whitney Museum of American Art, The Metropolitan Museum of Art, The Museum of Modern Art), Newark (The Newark Museum), Huntington (Heckscher Musum of Art), East Hampton (Guild Hall Musum), Trenton (New Jersey State Museum), Purchase (Neuberger Museum), di Venezia (Peggy Guggenheim). Le opere, scelte dai curatori della mostra, Giuseppe Appella e Ellen Russotto, ripercorrono l'intero arco creativo di Lassaw che, tredicenne, iniziò l'apprendistato nella scultura al Chindren's Museum of Brooklyn, sotto la guida di Dorothea Denslow. Lavorò quindi al Clay Club dal 1927 al 1932 e al City College di New York nel 1931 e nel 1932. realizzò la sua prima opera astratta, una "scultura spaziale", nel 1933 e nel 1936 cominciò ad usare metalli saldati. Ebbe amichevole consuetudine con gli artisti Balcomb e Gertrude Green. Sempre nel 1936 è tra i membri fondatori dell'Associazione "American Abstract Artist" di cui fu presidente dal 1946 al 1949. Dal 1947 al 1949 studiò anche pittura con Amedeo Ozenfant. Ha fatto parte per molti anni della Kootz Gallery. Ha avuto sale personali nella Biennale di Venezia del 1954, di San Paolo del Brasile nel 1957 e nell'Esposizione Universale di Bruxelles del 1958. Nel 1951 è stato incluso nella mostra, rimasta memorabile, "Sculture of the Twentieth Century" al Museum of Modern Art di New York.
Nonostante l'iniziale formazione accademica, fu subito cosciente delle responsabilità dell'artista moderno nell'ambito delle nuove ricerche, quindi, diviso tra Mirò e Mondrian, articolò il suo lavoro esprimendo simultaneamente spazi che si penetrano reciprocamente, tra piani virtuali e forme libere che concretizzano il disegno sviluppando una linea continua di fili di ferro incurvati e saldati, punteggiati da nodi di bronzo e altri metalli quali l'acciaio, il nickel, il rame trattato con acidi. Il labirinto che ne deriva, a tre dimensioni, varia nella struttura e nel colore mentre persegue la liberazione del subcosciente, di una ispirazione immediata, non lontana dall'espressionismo astratto della Scuola di New York.
Ha scritto Lassaw: "Il profondo desiderio di comprendere l'intima essenza della realtà è sempre stato una forza determinante per la mia evoluzione. Si possono fare congetture intellettuali sulla realtà , la si può valutare e analizzare; tutto questo mi ha portato a scoprire e approfondire molte cose. Tuttavia, l'intuizione e l'istinto, che sono essenziali per la comprensione dell'esperienza, hanno dimostrato di essere i più efficaci mezzi per il mio lavoro. Quando sono nel regno dei concetti, i miei occhi non vedono più, le mie orecchie non sentono più; la realtà è nascosta nella nebbia.
Durante tutto il giorno osservo la natura, le persone che camminano nelle strade, l'agitarsi dei rami al vento, i riflessi prodotti dalle luci al neon e dai fari delle automobili in una notte piovigginosa, le meravigliose fenditure del selciato, e nello stesso tempo il susseguirsi dei sentimenti, l'intero complesso della realtà interiore ed esteriore. L'uomo è parte del tutto organico della natura. Mentre saldo una scultura, nessuna idea cosciente si insinua nel lavoro. Ho occhi solo per la realtà di ciò che accade davanti a me".
Lassaw, nato ad Alessandria d'Egitto nel 1913, trasferitosi a New York nel 1921, è morto ad East Hampton nel 2003.